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L'abbigliamento nel Medioevo» Clicca qua per scaricare in pdf il 'Piccolo Manuale sul Vestiario Medievale' Come si costruisce un arco storico
La cosa più importante è la scelta del materiale per la
costruzione, in questo caso ,ho usato una doga in frassino, visto che
dopo il nocciolo e il legno più facile da lavorare, per la realizzazione
di questo arco ho usato una doga fornitami da un amico, la stagionatura
era di circa 7, 8 mesi. Possibilmente la pianta da abbattere deve avere un diametro di circa 20 cm, ed essere il più diritta possibile, l’albero perfetto non esiste……. dopo essersi procurati la pianta si passa alla fase di stagionatura, questo vuol dire prendere il nostro tronco, ingrassarlo con grasso animale o vegetale alle estremità, ed adagiarlo in piano su di una superficie asciutta. Passati 3 o 4 mesi si provvede alla spaccatura del tronco i 2 o 4 parti, per poi ingrassare nuovamente il tutto, e legare insieme le spicchiature in modo che non si torcano, fino ad attendere il momento in cui la vostra doga sarà perfettamente stagionata. I legni più pregiati per la realizzazione di un arco sono il Tasso, l’osage, il maggio ciondolo, e l’acacia, l’unico problema è che per realizzare un arco da questi materiali, bisogna avere una certa esperienza, cioè quella che per ora io non ho, quindi ho optato per un legno, definiamolo più volgare, ma anche più semplice da lavorare, il frassino, conosciuto anche come ornello. Ma
ora torniamo al nostro arco, finita la stagionatura,avremmo tra le mani
una doga simile a quella della foto, nella fattispecie si trattava di
una doga lunga circa 230 cm con una sezione triangolare i cui lati misuravano
circa 10 cm. Dopo la fase di rastremazione arriva uno dei momenti delicati nella costruzione, cioè riuscire a trovare il vostro potenziale arco, che si trova nascosto dentro al pezzo di legno che è sotto i vostri occhi,forse detto così vi sembrerà un gioco da ragazzi, ma vi garantisco che questo è stato uno dei momenti in cui mi sono trovato più in difficoltà. Quando crederete di averlo trovato, è il momento di prendere
una matita e buttare giù uno schizzo, cioè tracciare nel
legno i profili, frontale e laterale, di quello che credete diventerà il
vostro arco, io l’ho disegnato e cancellato 3 o 4 volte, prima
di trovare quello definitivo.
Eccoci
ora arrivati alla fase più delicata del nostro lavoro, ossia il
momento in cui si inizia a lavorare il dorso dell’arco, quello
che ci apprestiamo a fare, va eseguito con molta attenzione, qui di fianco
sto togliendo la corteccia della pianta, con una rasiera auto costruita
(ricavata da una barra d’acciaio). Quando effettuiamo questo lavoro
si deve stare molto attenti a togliere solamente la corteccia, senza
intaccare gli anelli di accrescimento dell’albero. Nel malaugurato caso si intaccasse un anello, l’unico modo per rimediare la malefatta, è quello di passare all’anello di accrescimento successivo per tutta la superficie dell’ arco, quindi mi sento di dire che è meglio far bene il lavoro alla prima, per evitare che le cose si complichino in maniera esponenziale. Dopo la missione precedente, questa sarà una passeggiata di salute, per ricavare i tips, ossia l’alloggiamento della corda, è sufficiente intagliare le estremità dei flettenti con un angolo di circa 45°, questo lo si può eseguire con un coltello, una lima, o un seghetto.
Adesso che il nostro ex pezzo di legno si può quasi chiamare
arco, è il momento di montarci sopra una corda, e iniziare il
lavoro di equilibratura, questo serve affinchè i due flettenti
dell’arco pieghino e rispondano in modo omogeneo. Questo lavoro lo potremmo definire una registrazione di fine, quindi consiglio di usare una rasiera per togliere il materiale in eccesso. (come si può vedere dalla foto, inizialmente il flettente di sinistra, piegava leggermente più di quello di destra). Il poggia freccia è un elemento opzionale, quindi sta a voi decidere se metterlo o no, nel caso decidiate di non metterlo è sufficiente fare un segno a circa 5/6 cm dal centro arco verso il flettente superiore, cioè il punto dove poi andrà a scorrere la freccia. Per il mio arco ho optato per un poggia freccia ricavato da un dente di cinghiale Montiamo l’impugnatura che più ci aggrada. Incordiamo il nostro arco, e assicuriamoci che la distanza tra la corda
e l’arco sia di circa 7 inch, questo ci servirà per fare
il punto di incocco sulla corda. Durante la vita dell’arco è consigliabile, saltuariamente ripetere il trattamento con l’olio di lino cotto. Alcuni
degli strumenti utilizzati per la realizzazione del mio arco. Lui ha utilizzato un approccio diverso dal mio, specialmente negli utensili usati, infatti, per realizzare il suo arco ha usato solamente, un coltello, una lima a legno, e un raschietto da cartongesso. Pur partendo da un progetto comune i risultati non sono gli stessi come si può vedere dalle foto che seguono. Inoltre l’arco di Mauro si differenzia in maniera sostanziale dal mio, nei tips, infatti lui ha deciso di rinforzarli, applicandoci un supporto in bambù
Di seguito un po’ di riferimenti: Come però potrete vedere in corso d’opera, ognuno di noi ha preso strade diverse fino ad arrivare ai risultati sottoindicati. Le misure sono espresse in millimetri.
Arco di Mauro 76” Con la speranza che questi scritti vi possano tornare utili, auguriamo
a tutti buone frecce. |
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