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La Compagnia della Gorga Nera è il gruppo di rievocazione e ricostruzione storica, all’interno dell'associazione di promozione sociale, Arcieri del lago AsdLa Compagnia prende nome da un acquitrino vagamente sinistro, situato vicino alla vetta del monte Falterona, tra gli abitati di Londa, Stia e Castagno D’Andrea. Il termine “Gorga Nera” indicava i luoghi dove si pensava che si originassero i tuoni, o boati che si manifestavano con l’avvicinarsi delle perturbazioni atmosferiche, in genere tali rumori erano considerati anche nefasti. Leggende raccontano, che la sorgente dell’Arno e l’area della Gorga Nera fossero collegate con un tunnel all’interno del quale Dante, visitandolo, immaginò “la selva oscura”. La genesi dell’acquitrino è storicamente documentata, così come l’apparizione della mitica creatura, il Badalischio. Nell’anno 1335 una frana proveniente dal Monte Falterona distrusse il centro abitato di Castagno e formò un lago, considerato senza fondo, si pensava all’epoca, addirittura collegato con il mare. Il movimento franoso causò l’intorbidimento delle acque dell’Arno, per circa due mesi. Nell’anno 1641, una frana del Monte Faino colmò in parte il lago e trascinò a valle con il terreno, alberi, serpi e pesci dalla pelle nera, ma dalla carne bianchissima. La leggenda racconta che durante la frana che ha creato la Gorga Nera, si sia liberato il Badalischio o Badalisco, una creatura simile ad un serpente, di grandi dimensioni, a volte con ali cartaliginose e testa di uccello, spesso con una corona o un diadema che gli copre gli occhi rossi. Il suo sguardo è capace di paralizzare o addirittura uccidere persone e animali, il suo l’alito ha il potere di avvizzire le piante che si trovano nelle vicinanze. Sempre secondo la leggenda sembra che attualmente il nascondiglio del Badalischio sia situato nel bosco prossimo alla Fornace di Marena, nella gola del “Fosso del Diavolo”. Il vessillo di compagnia è il Badalischio, contornato dal bianco e dal rosso, colori che rimandano ai Conti Guidi, già signori della zona fin dal X secolo. Le nostre attività: Amanuense, coloreria e tintoria, costruzione di archi e schudi, cesti, carta, terrecotte. ".....artem autem illam mortiferam et Deo adibilem ballistariorum et sagittariorum adversus Christianos et Catholicos axerceri de cetero sub anathemate prohibemus"
(canone XXIX del concilio Lateranense del 1139).
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